Mesi e mesi di annunci, proteste, conferenze stampa, petizioni, volantinaggi contro i T-Days. E la grande mobilitazione di Ascom e Confesercenti ha raccolto appena 300 persone in piazza Santo Stefano. Un flop che dovrebbe far riflettere i vertici delle due associazioni di commercianti. La linea del "va tutto male per colpa delle pedonalizzazioni" non paga, i negozianti si sono messi in un angolo da soli e adesso dovranno gridare ancora più forte, ma facendo attenzione a non tornare in piazza con troppa leggerezza, confermando di essere una minoranza potente, ma pur sempre minoranza.
Se trecento vi sembran tanti
Piazza Minghetti, la verità sugli alberi
Dopo un anno di lavori e polemiche, all'inaugurazione di Piazza Minghetti l'architetto Glauco Gresleri che ha firmato il restyling, pagato dai privati, ha finalmente detto la verità sull'abbattimento degli alberi. "Sacrificati per rendere visibili i magnifici palazzi di Carisbo e delle poste". Non c'è altro da aggiungere.
Un ombrellone per ripararsi dal degrado
Nella Bologna dei T-Days non si può più camminare sotto i portici, tanto sono sporchi e puzzolenti, si chiude un occhio, anzi due, sullo spaccio in piazza Verdi. In agosto è quasi impossibile trovare un bar aperto e chi decide di non chiudere non può aprire un ombrellone per riparare i pochi turisti dai 40 gradi senza rischiare una multa. Ma nessuno ha da ridire sui minibus diesel e inquinanti che attraversano piazza Maggiore tra i pedoni a spasso. Si sentono in giro molte ricette miracolose, troppo veti. Non servono regole, ma buon senso.
L'ombelico del degrado
Come ogni amministrazione del passato, anche la giunta Merola si applica al tema "degrado in piazza Verdi". Con una ricetta già sentita decine di volte. Una spruzzatina di ordinanza anti-bivacco, due toilette a fronte di centinaia di incontinenti, un po' di verde pubblico come contorno, il tutto servito con la promessa di una maggiore vigilanza. Ah, poi si passerà ai giardini del Guasto, appendice immancabile. Sarà la volta buona?
La grande bolla (immobiliare)
Incidenti e auto in Piazza Minghetti
Confesso che non mi sono sorpreso più di tanto alla notizia che nel giro di pochi giorni in Piazza Minghetti si sono regitrati tre incidenti d'auto che hanno danneggiato un lampione di design e due fittoni più "popolari". Non mi sono sopreso perché basta passare qualche minuto nella piazza per capire.Ci si rende infatti subito conto che da via Farini a via De' Toschi c'è una strada a doppio senso di circolazione dove sfrecciano tutti incuranti della gente a piedi che - come recita il mantra comunale delle pedonalizzazioni - dovrebbe stare al sicuro e gioire di tanto spazio a disposizione. Passano invece gli scooter, i taxi, le auto private e persino i furgoncini. Passano i pizza express a manetta e prima o poi ci scapperà un frontale. E chi esce dal ristorante deve stare attendo a dove mette i piedi per non essere travolto. Un continuo (anche, per dire, nei giorni di T-Days). Il bello è che motociclisti e automobilisti si arrabbiano se tu li mandi a quel paese. Salvo poi abbattere gli oggetti di un costoso restyling, madre di tutte le pedonalizzazioni (a metà). E pensare che il problema sull'estetica della piazza erano gli alberi da tagliare...
E la chiamano estate
Piazza Verdi metafora dell'ingovernabilità, deriva grillina dei veti, dei "vaffa", del duello sopra le righe in Rete. È con largo anticipo rispetto al dibattito estivo che già si registrano polemiche, offese, incomprensioni, le solite beghe, le solite prese di posizione, da una parte i nottambuli, dall'altra i comitati in astinenza da sonno. Fronti ormai inconciliabili. L'assessore Alberto Ronchi che diventa un bersaglio, i locali che minacciano azioni clamorose. Basta una miccia di fine marzo (il nuovo regolamento sui decibel che si propone di spegnere le notti rock e pure la musica sussurrata ai dehors) ed ecco riaccendersi lo scontro. Scontato, inevitabile, vecchio ma così attuale, simbolo della incomunicabilità, del fallimento della mediazione. Di una politica spettatrice. L'Arpa, agenzia regionale per l'ambiente, è stata netta nel pretendere che il Comune mettesse il silenziatore alla notte. Mostrasse lo stesso piglio decisionista di fronte ai continui sforamenti delle centraline antismog...